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Old 30-12-2009, 02:01   #1
Earthlings
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Default Nell'inferno delle perreras

Parmigiani nell'inferno delle "perreras"

Si chiamano «perreras». Dovrebbero essere simili ai nostri canili, essendo strutture dove vengono ospitati i cani e i gatti randagi di Spagna.

Ma in realtà, all’interno, nascondono grandi sofferenze e maltrattamenti, ignorati dalla legge della penisola iberica, che prevede ancora la soppressione degli animali randagi, e supportati da una cultura popolare che non tutela i diritti dei «compagni dell’uomo», ma anzi è intrisa di tradizioni assai violente, dalla corrida ai galgos (cani da caccia che, finita la loro età «produttiva», vengono impiccati agli alberi, ndr).

Vittime del randagismo
Alan Risolo, veterinario di Parma, titolare dell’ambulatorio «Petitot», ha voluto dedicare le proprie vacanze alle vittime del randagismo spagnolo. Insieme a una volontaria Enpa, Alessia Di Benedetto, e una volontaria di «Amici cani», Claudia Conte, ha affittato un camper per visitare l’entroterra iberico e salvare cani e gatti maltrattati. Sono riusciti a portare in Italia 16 cani e 20 gatti. E tutti, nel solo viaggio di ritorno, hanno già trovato un padrone.

L'orrore delle «perreras»
«All’inizio pensavo si trattasse di semplici leggende metropolitane - commenta Risolo -. La Spagna è un paese moderno e avanzato, non pensavo si potessero tollerare certe situazioni all’interno delle “perreras”. Invece, una volta che ho visto la situazione con i miei occhi, mi sono dovuto ricredere: i cani vengono soppressi generalmente dopo un mese, i gatti subito. Quelli che rimangono all’interno delle strutture sopravvivono in condizioni di igiene precarie e senza un minimo di dignità, sommersi dalle proprie feci, da insetti, senza contare i maltrattamenti subiti».

Sovvenzioni per l'eutanasia
Le «perreras», infatti, ricevono sovvenzioni statali per praticare l’eutanasia sugli animali domestici: «Ma in realtà non si controlla come viene eseguita - continua il veterinario parmigiano -. In genere sono gestite da persone in povertà, che speculano su tutto. Quindi è impossibile che spendano soldi per farmaci letali. Preferiscono impiccare i cani, fucilarli, abbatterli nei modi più atroci. Io ho visto come sono le “perreras”: non ci sono cani che superano l’anno di vita». Risolo, con l’aiuto di una volontaria spagnola, ce l'ha fatta però a visitare queste «carceri per animali» - in genere è impossibile entrarci, e soprattutto scattare foto - riuscendo ad adottare dei cani e dei gatti.

Il «camper della speranza»
Il «camper della speranza» è quindi ripartito da Valencia nei giorni successivi a Ferragosto: «Ho provveduto a installare il microchip nei cani, fare il passaporto a tutti gli animali e vaccinarli, così come prevede la legge internazionale - spiega Risolo -. Tornando abbiamo fatto tappa a Genova, Tortona, Alessandria, Milano, Piacenza e infine a Parma. I cani e i gatti che ho trasportato hanno tutti trovato un padrone in queste città».

Animali da salvare
Ma l’avventura di Risolo non finirà con le vacanze di Ferragosto: «Stiamo già progettando un viaggio per dicembre, spero che l’Enpa mi supporti - commenta -. Non è una cosa semplice e l’appoggio delle associazioni è fondamentale. Ovvio che è impossibile salvare tutti questi animali, ma possiamo già fare qualcosa rendendo nota la loro situazione. Le associazioni spagnole si stanno muovendo per far riconoscere i diritti degli animali, ma la strada è ancora lunga. Intanto, però, possiamo salvare noi qualche animale sfortunato».


link


***


I disperati delle ‘Perreras'





Li chiamano “i disperati delle Perreras”, i canili spagnoli che secondo le denunce degli animalisti assomigliano a dei lager.

In Spagna la legge prevede ancora la soppressione dei randagi, che il canile mantiene per soli 10 giorni se sono stati portati dal padrone, e per 20 se sono stati abbandonati per strada.

I Comuni pagano 70 euro per ogni animale ospitato dal canile, e quando non ci sono più posti si fa spazio procedendo con le esecuzioni, per poter incassare i soldi dei nuovi arrivati.

C’è anche chi, per risparmiare, lascia i cani senza cibo né acqua, così che muoiono di stenti o si sbranano a vicenda.

Le modalità dell’esecuzione prevedono una puntura direttamente nel cuore, o la camera a gas.

Ma secondo gli animalisti capita che il medicinale dell’eutanasia sia finito, e si usi candeggina o cemento liquido e che il gas venga usato quanto basta per stordirli, prima di gettarli negli inceneritori.





Anche le modalità di trasporto dei randagi, in furgoni strapieni e con poca aria, sono oggetto di contestazione.

Per questo da tempo alcune volontarie italiane si battono per sottrarre alla morte il maggior numero di cani possibile, cercando in Italia famiglie disposte ad adottarli o a pagare i costi per il trasporto o una “adozione” a distanza.

Pochi conoscono la reale situazione: vengono uccisi spesso anche gatti piccolissimi.

Chi riesce a raggiungere le ‘Perreras’ ed ottiene il permesso di portarne via qualcuno, deve spesso ricorrere a scelte lancinanti, perché sa benissimo che gli altri morranno e probabilmente in modo atroce.




La Spagna gronda sangue animale: é ora che si ponga fine a questa storia di assoluta crudeltà, inciviltà e vergogna.

Chiediamo al Presidente Zapatero, del quale é nota una certa sensibilità, di farsi carico del problema o facciamo pressioni presso la Comunità Europea perché tutto questo orrore abbia presto fine e sosteniamo i volontari che, grazie al loro spirito di sacrificio, organizzano staffette per tentare di salvare il più possibile di disperati delle ‘Perreras’ e ad organizzarne adozioni.

Potrete rivolgervi ai seguenti siti, dove troverete ulteriori informazioni sul problema:
www.progettoanimalistaperlavita.com
http://www.amicicani.com/index.php?o...i&idprojects=6
Per info e aiuto e per chiunque abbia disponibilita’ di adottare o stallare un animale puo’ scrivere a
[email protected]
Il numero spagnolo è 0034-680-535908

Un coordinamento importante con la Spagna è effettuato in Italia dall’associazione chiliamacisegua.

Per dare la propria disponibilità a stalli, adozioni o quant’altro, in modo da essere inseriti nel database e permettere di far arrivare in Italia il maggior numero possibile di animali, rivolgersi a Raffaella Palladio:
[email protected]

http://www.facebook.com/note.php?note_id=151325250861


***

Sono Claudia, per chi ancora non mi conoscesse spiego innanzitutto che vivo in Spagna, vorrei non fosse così, poichè vivere in questo paese da animalista è una tortura quotidiana.
Il mio volontariato è concentrato ora in una delle situazioni più orribili e aberranti esistenti qui: sono volontaria in una perrera, una perrera dell'Andalucia.

In Spagna esistono 2 tipi di enti atti alla raccolta degli animali abbandonati: i rifugi, gestiti da volontari che fanno generalmente di tutto per salvare vite e poi ci sono i canili municipali, las perreras.

In queste ultime strutture si sopprimono cani e gatti giovani, adulti, cuccioli, animali SANI con il consenso della legge.
Il corso di tempo concesso a questi condannati a morte è generalmente 10 GIORNI dal loro ingresso, dopodichè ha luogo la soppressione, si tratta di soppressioni massive, nel canile dove faccio volontariato io, prima del mio arrivo, si portavano i cani al massacro in gruppi di 15, giornalmente.
Il metodo non è sempre indolore.

Ciò che riesco a fare con disumani sforzi è evitare che le gabbie si svuotino con le soppressioni, e cercare invece di sostituire ad esse le adozioni, ma è una lotta aberrante contro il tempo, tu non puoi fare nulla nel corso della giornata, senza pensare che è un minuto in meno per salvarli, 2 ,3 ,4 ...e umanamente questo distrugge.

A ciò si aggiungono numerosi limiti fisici: il canile si trova a 350 km da casa mia, siamo solo 2 volontarie, senza di noi i cani morirebbero tutti, prima del nostro arrivo era così, i cani venivano inviati al massacro in gruppi di 15.
Sto creando una mia associazione, per istituzionalizzare la mia attività e avere soprattutto convenzioni con veterinari e trasporti, ma i tempi non sono brevissimi. E data la solidarietà che molti di voi mi hanno dimostrato, non ho intenzione di aspettare che nel mentre i cani muoiano.

Grazie ad una catena di solidarietà abbiamo già salvato tanti cani della perrera. Non è semplice, ci sono moltissime difficoltà, ma ci stiamo riuscendo con molti...

So benissimo che non è possibile intasare l'Italia di cani (che già non gode di grande serenità), non ho intenzione di risolvere così il problema, proprio per questo stiamo con i volontari spagnoli organizzando una protesta immensa ed internazionale,per cambiare le cose qui, ma il materiale è moltissimo, ci vuole un po' di tempo per sistematizzarlo...intanto io non posso attendere che i cani muoiano, so che devo accettarlo, ma voglio lottare per salvarne il più possibile.

In conclusione vi dico che, dato che per la creazione della mia associazione ci sono ancora tempistiche non a brevissimo termine, possiamo procedere ad una raccolta fondi. IO CONSERVO OGNI FATTURA.
Ovviamente renderò conto di ogni mia azione, potrete venire a verificare personalmente la situazione, sempre.

Chi mi conosce sa benissimo che ogni centesimo ricevuto, andrà solo ed esclusivamente a favore dei cani.

Claudia Conte


[email protected]
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